Piccola filosofia di una grande passione: per gli amanti del mare e per chi va in barca a vela, in genere, la propria barca è come una piccola isola felice, una sorta di “isola che non c’è”, dove dimenticare per un breve periodo gli affanni della vita, apprezzando l’armonia e la pace che una giornata sul mare regala.
Certamente l’armonia, il silenzio, la serenità e la pace con sé stessi hanno la loro parte, ma si va a vela per anche altre ragioni. Il vero motivo per cui si sceglie di andare a vela è sicuramente la ricerca di un altro modo di vivere, diverso da quello a cui siamo abituati; un modo di vivere in cui tutte le nostre reazioni ed emozioni sono diverse e più intense.
Per moltissime persone il mare è soprattutto mistero ed ogni tentativo di svelarlo e spiegarlo resta quasi una sorta di profanazione. Il mare riempie di stupore. Cangiante, immateriale, di colore sempre diverso, inafferrabile, inspiegabile. Le sue onde, incessanti, affascinanti: furono scelte infatti nella simbologia antica, come rappresentazione dell’eternità.
Per navigare da soli si deve avere – crediamo – una forte predisposizione alla vita di mare ed avere certamente anche un carattere particolare.
Alcuni dicono che i solitari siano degli introversi che fuggono dalla routine quotidiana per rimanere soltanto a contatto con la natura e con quella immensa distesa dai mille colori che è appunto il mare.
Certamente non è facile prepararsi per affrontare un viaggio senza la compagnia di un equipaggio. La vita che si conduce a bordo è assolutamente spartana, occorre un grande spirito di adattamento. La barca di un navigatore solitario giramondo la riconosciamo immediatamente proprio perchè la tuga è provvista di tutto l’occorrente: bicicletta, taniche, pannelli solari, generatori eolici e tanto altro diventano fondamentali per un viaggio solitario rendendosi complementari agli effetti personali che vengono poi stesi all’aria aperta durante le soste nei porti.
Una risposta ecologica anche, una scelta di vita, per qualcuno può essere così. Il mare come “agognata dimora”, come luogo ideale, come rifugio dalla terraferma, come metafora del porto dell’anima.
La barca a vela ha la capacità di tirare fuori la nostra vera anima, farci capire chi siamo; è un’esperienza che fa cadere gli schemi, allontana i tabù, ricongiunge con il proprio io, in cui è possibile creare legami fortissimi anche nel giro di pochi giorni: non a caso, infatti, la barca a vela viene soprannominata “campeggio nautico”. Alla base della capacità di un navigatore solitario c’è l’attitudine di stare per lunghi periodi in alto mare con sicuramente una preparazione fisica non indifferente: infatti molte energie devono essere spese per organizzare la vita di bordo.
Ogni manovra e difficoltà che con l’aiuto di altri compagni di viaggio è cosa normale, per un solitario diventa una dura prova, anche in condizioni climatiche favorevoli.
Operazioni come virare o strambare, issare o ridurre le vele, sono tutte situazioni che un solitario deve essere in grado di affrontare senza particolari problemi e senza che si tramutino in incidenti. La parola d’ordine è “vietato sbagliare”, ogni errore può essere fatale, può causare un vero e proprio dramma. A tutto questo, se aggiungiamo condizioni meteo marine proibitive, tutto si fa più difficile: occorrono quindi grandi dosi di autocontrollo e di gestione stress-psicofisco.
Anche il sonno diventa un fattore fondamentale, soprattutto per chi naviga senza compagni.
Adeguate preparazioni, messe a punto da team di medici, fanno da supporto ed organizzazione ai professionisti della vela, come addestramento per regate in solitaria.
I navigatori sportivi invece, cercano di riposare soprattutto durante la notte sfruttando la tecnologia offerta dai sistemi di navigazione automatica opportunatamente settati quali: autopilota a vento, radar, GPS, che consentono di poter essere avvertiti in tempo reale in caso di altre navi sulla propria rotta.
La differenza tra barca a vela e barche a motore appare dunque molto evidente: la barca a vela rispetta il mare. Godersi il proprio viaggio grazie alla dipendenza dal vento è la filosofia principale alla base di questo tipo di mezzo, splendido e romantico. E’ andare piano, andare lontano. Andare dunque per mare in modo del tutto ecologico, con il rispetto ambientale in primo luogo.
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